Lo scorso ottobre 2017 si è conclusa la breve campagna di raccolta firme “Senza rete” : Campagna di raccolta firme per l’estensione del diritto di disconnessione fuori orario di lavoro, una importante tutela a salvaguardia della dignità dell’attività lavorativa. Con sole 145 firme abbiamo chiesto al presidente del consiglio On. Paolo Gentiloni, un intervento da parte del legislatore affinché potesse fare chiarezza su queste delicate ed importanti questioni invitando ad estendere il diritto di “disconnessione”, dalle strumentazioni tecnologiche fuori l’orario di lavoro, oggi valido solo per il “lavoro agile” ((art.19 Legge 81/2017, Job Act) per tutte le forme contrattuali di lavoro pubblico e privato, redigendo regolamenti e sanzioni chiare nell’esercizio di tale diritto in modo da rendere il lavoro sempre più libero, creativo partecipativo e solidale. Inutile sottolineare il recupero positivo del livello di vita personale e familiare che una tale applicazione produrrebbe. A tale petizione il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della presidenza del consiglio dei ministri tramite la lettera n.1775 protocollata in data 23/2/2018 fa proprie le argomentazioni dell’Ufficio legislativo del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali con nota n.9255 del 5/12/2017 cosi recita:
“Si tratta di una esigenza avvertita in maniera significativa nel “lavoro agile” che tuttavia potrebbe vedere una progressiva estensione anche in altri rapporti di lavoro. Peraltro, pur in assenza di una espressa previsione normativa, i contratti collettivi potrebbero introdurre, per gli specifici settori di riferimento, previsioni analoghe finalizzate a riconoscere tali tutele a categorie più o meno ampie di lavoratori”.
La nostra azione si è spostata pertanto nei confronti dei tre maggiori sindacati CGIL, CISL e UIL i quali attraverso tre distinte lettere redatte dei rispettivi segretari nazionali in data 8, 10 e 11 maggio, hanno risposto apprezzando e aderendo alla nostra iniziativa, assumendosi l’impegno di portare avanti questa “battaglia” nelle sedi di contrattazione collettiva in tutte le articolazioni dei lavoratori da loro rappresentate.
Si tratta di un piccolo successo partito da 145 cittadini che attraverso una semplice petizione hanno “osato” rivendicare un loro giusto diritto nell’ambito di un lavoro rispettoso della dignità della persona. Speriamo di vedere attuato quanto prima il riconoscimento contrattuale di tale diritto.
Onofrio Losito